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(foto: Arek Socha via Pixabay)

Il vaccino a vettore virale Vaxzevria di AstraZeneca, sviluppato dall’università di Oxford, sarebbe associato a un leggero aumento del rischio di rari eventi e problemi legati alla coagulazione del sangue. Se finora avevamo soprattutto dati sparsi, raccolti dalla sorveglianza nazionale di vari paesi, che segnalavano poche decine di episodi di trombosi cerebrale su milioni di vaccinati – oggi arrivano risultati più ampi, anche su altre patologie del sangue, strutturati all’interno di una pubblicazione su Nature Medicine. Nello studio internazionale, cui hanno preso parte varie università e autorità statali, come la Public Health Scotland, sono stati analizzati i dati di oltre 2,5 milioni di scozzesi che hanno ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca.

Gli eventi di trombosi di cui abbiamo parlato

L’analisi ha rilevato anche un “leggerissimo aumento del rischio di coaguli di sangue nelle arterie”, ovvero trombi e “eventi emorragici fino a 27 giorni dopo la vaccinazione”. Tuttavia, scrivono ancora gli autori, i dati rilevati non sono sufficienti per trarre conclusioni e dire che c’è un’associazione fra la somministrazione del vaccino e le trombosi del seno venoso cerebrale (in sigla Cvst) – gli eventi di cui si è discusso e si parla ancora oggi, dopo l’episodio che ha coinvolto la sfortunata 18enne di Genova. In altre parole, ancora oggi il legame rimane possibile, come indicato qualche tempo fa dall’Agenzia europea per i medicinali, ma non dimostrato.

Riguardo al vaccino a mRna di Pfizer-BioNTech, anche questo esaminato nello studio, non ci sono prove di alcun aumento di eventi emorragici e trombotici, di trombosi cerebrale e piastrinopenia.

Una malattia rara

I ricercatori hanno individuato inoltre un “piccolo aumento del rischio di una patologia autoimmune del sangue chiamata porpora trombocitopenica immune” (in sigla Tpi), con pochi eventi, che hanno colpito in maniera simile uomini e donne. L’incidenza stimata è di poco più di un caso (1,13) su 100mila persone che hanno ricevuto la prima dose. Svolgendo un confronto con la popolazione generale (non vaccinata), gli episodi hanno riguardato più spesso persone di età più alta – in media di 69 anni – e in più di 8 casi su 10 con almeno un fattore di rischio ovvero un’altra patologia o condizione particolare di salute. Il rischio lievemente aumentato di questa patologia si manifesta maggiormente fra i 7 e i 13 giorni dopo il vaccino e ancora di più fra i 21 e i 27 giorni.

La porpora trombocitopenica immune è una malattia rara e acquisita, di gravità variabile, caratterizzata da una riduzione delle piastrine e da emorragie. La Tpi in alcuni pazienti causa un semplice sanguinamento cutaneo con petecchie, che si risolve spontaneamente, mentre in altri può comportare un sanguinamento eccessivo e una malattia cronica, in rari casi con emorragie interne e casi anche fatali. Riguardo a questa patologia, inoltre, l’aumento del rischio successivo al vaccino di AstraZeneca risulta comparabile, secondo gli autori, a quello associato ad altri comuni vaccini come quello contro epatite B, morbillo, parotite e rosolia, e influenza.

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Il vaccino Vaxzevria potrebbe essere associato a un piccolo aumento del rischio per alcuni problemi del sangue. Lo documenta uno studio su Nature Medicine. Reazioni importanti ma rare. I dati però non sono sufficienti per dimostrare un’associazione con le trombosi cerebrale, dunque il legame resta possibile
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