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In Avengers: Endgame i supereroi protagonisti viaggiano indietro nel tempo, fino al 2012, per recuperare il Tesseract, ma qualcosa va storto e Loki, l’antagonista catturato durante il primo film, riesce così a fuggire. È proprio da questa variante temporale che nasce la serie del Marvel Cinematic Universe Loki, disponibile dal 9 giugno su Disney+ e dedicata proprio al Dio dell’inganno. A interpretarlo è ancora una volta Tom Hiddleston, che ci racconta come lui stesso sia rimasto stupefatto dalla possibilità di ritornare a vestire questi panni: “Ho provato un misto di sorpresa e meraviglia quando mi hanno parlato della produzione, l’idea era davvero avvincente: la scena in Avengers: Infinity War [in cui Thanos spezza il collo a Loki, ndr] sembrava così conclusiva”, racconta con entusiasmo autentico. “Invece Endgame apre una nuova possibilità, è da lì che riparte tutto”.

Infatti, la serie si apre con Loki del 2012 pronto a combinare nuovi guai, se non fosse per l’intervento della Time Variant Authority (Tva), che vigila per mantenere l’integrità della linea temporale e che lo conduce a più miti comportamenti. Costretto da una situazione che perfino lui non riesce fino in fondo a dominare, il protagonista deve collaborare con la Tva e scoprire qualcosa in sé: “Quello che mi piace è che qui il mio personaggio è spogliato di ogni cosa che gli è famigliare (Thor, Asgard, i suoi poteri…)”, continua Hiddleston. “Sorgono, quindi, diverse domande interessanti: cosa lo rende davvero Loki? C’è qualcosa di autentico in lui? Può davvero maturare?”. L’introspezione, in particolare, è sottolineata da atmosfere che superano il genere supereroistico tout court e si fondono per creare una specie di thriller crime (tutto merito della regista Kate Herron, appassionata del genere) in cui si sentono gli echi di David Fincher ma anche di titoli sperimentali come Legion.

Dio cangiante e ingannatore per eccellenza, sempre pronto a mutare forma per confondere gli avversari, qui il fratello di Thor fa un passo in avanti ulteriore, costretto com’è a guardarsi dentro. In fondo lui è sempre stato una specie di villain incompreso, che ora ha la possibilità di diventare un antieroe. Senza dubbio è il carisma di Hiddleston, e il suo incredibile sense of humor, a permettere tutte queste sfaccettature, soprattutto considerando che agli albori del Marvel Cinematic Universe Loki era solo un modello negativo fatto e finito: “Mi sento davvero fortunato a essere ancora qui dopo 10 anni. E credo sia dovuto al fatto che il mio personaggio ha uno spettro di emozioni molto ampio, ogni volta c’è sempre qualcosa di nuovo”. Gli fa eco Kevin Feige, boss dei Marvel Studios: “È indubbio che Loki, ma anche Thor, che avevamo in mente all’inizio sarebbe stato molto diverso, meno ironico e complesso, se non avessimo incontrato interpreti come Hiddleston e Chris Hemsworth”.

Loki funziona anche perché ha sempre ottime spalle accanto a sé, e nella serie Disney+ è la volta dell’agente della Tva Mobius M. Mobius, interpretato da Owen Wilson: “Non ci hanno messo molto a convincermi. Parlando con Kate [Herron] ho capito che il rapporto fra Mobius e Loki sarebbe stato davvero speciale”, ci ha detto. “È stato fondamentale entrare in sintonia con Tom, perché abbiamo lunghe scene in cui ci sono sempre tensione e umorismo, botta e risposta come se fossimo in una pièce teatrale”. L’attore continua raccontando le cosiddette “Loki Lectures”, vere e proprie lezioni in cui Hiddleston spiega per filo e per segno al cast e alla troupe tutti i dettagli dell’evoluzione del personaggio che, passato di sceneggiatore in sceneggiatore, di regista in regista, ha vissuto mille vite (e costumi, e atteggiamenti) come la corrispondente divinità norrena.

E anche nella serie Loki si mostrerà (letteralmente) sotto aspetti molto diversi. Senza fare troppi spoiler – dopo il primo episodio del 9 giugno, gli altri cinque saranno diffusi uno a settimana ogni mercoledì – ci si deve aspettare un ribaltamento continuo delle aspettative. Ciò che rimane, almeno secondo Hiddleston, è l’anima più profonda del personaggio, quella che l’ha reso amatissimo, appunto contro ogni aspettativa, da milioni di fan nel mondo: “Se sono qui oggi e mi permettono di interpretarlo ancora una volta è perché è un soggetto in cui un sacco di persone si rivedono”, riflette. “Per tantissimi rappresenta qualcosa di diverso e originale: c’è chi ama il suo senso dell’umorismo, chi la sua destrezza di antagonista e chi si sente attratto dalla sua vulnerabilità, del resto c’è qualcosa di disperatamente umano in lui, un pathos incredibile”.

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Il protagonista della nuova serie Disney+, in partenza domani 9 giugno, rivela com’è tornare a interpretare un personaggio così sfaccettato e, soprattutto, molto amato per la sua imprevedibilità e vulnerabilità
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