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(immagine: Pixabay)

I focolai di variante Delta si moltiplicano nel nostro Paese. L’ultimo segnalato è quello tra Piacenza e Cremona che ha visto coinvolti i dipendenti di due aziende del polo logistico piacentino: 24 infezioni in totale, di cui 10 tra dipendenti e le restanti tra loro familiari, amici e conoscenti. E l’Italia, secondo un’analisi del Financial Times, è quinta fra i Paesi in cui è maggiore la circolazione del virus.

La situazione in Europa

La variante Delta di coronavirus, quella identificata per la prima volta in India, sta circolando in 80 Paesi nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

L’analisi del Financial Times, che ha preso in considerazione i dati delle sequenze di genoma virale inserite nel database Gisaid e i risultati dell’istituto belga Sciensano, mette in luce come l’Europa sia candidata a nuova meta preferita (almeno per ora) della variante Delta. Nel Regno Unito e in Portogallo è diventata la variante dominante, soppiantando l’Alfa: rispettivamente il 98% e il 96% dei genomi sequenziati corrisponde alla variante Delta. Seguono per stime di diffusione la Russia (99%), gli Stati Uniti (31%) e, in quinta posizione, l’Italia con il 26% delle sequenze inserite che corrispondono alla variante Delta. Da notare, però, che solo il Regno Unito sta facendo un degno lavoro di sequenziamento sui casi di infezione da coronavirus (ne analizza il 30%). Tutti gli altri Paesi menzionati vanno da un massimo del 5% (Portogallo e Usa) a meno dell’1% (Russia). L’Italia sequenzia il 2%.

I focolai italiani

Proprio perché l’attività di sequenziamento è scarsa, non è possibile fare troppo affidamento sulle stime di diffusione della variante Delta in Italia: c’è chi dice che si tratta solo dell’1% delle infezioni e chi invece calcola il 35%. Per gli esperti, vista anche la bassa circolazione del virus in questo momento (da lunedì tutta Italia sarà zona bianca), la situazione non è ancora preoccupante, sebbene vada monitorata con attenzione, come scrive su Quotidiano Sanità Grazia Labate, già sottosegretaria alla Sanità.

I primi casi di variante Delta nel nostro Paese sono stati registrati in Puglia e in Veneto già a maggio in cittadini che erano rientrati da viaggi in India. Una decina di casi è stata segnalata poi in Emilia Romagna, e nuovi focolai hanno preso piede ancora in Puglia (Brindisi) e a Milano. Nel salernitano il comune di Laurino è stato luogo di un rapido e elevato aumento del numero di casi , forse a partire da persone rientrate dall’Asia, e dove la popolazione è stata invitata a uno screening di massa. Non è indenne nemmeno la Sardegna: anche qui sono stati rilevati diversi casi di variante Delta. In Sicilia 10 migranti sono stati posti in quarantena su una nave per essere risultati positivi a quella che sembra una variante con caratteristiche di Alfa e Delta. Con l’individuazione dell’ultimo focolaio tra Cremona e Piacenza, la Lombardia sale a 81 casi di variante Delta riconosciuti.

Delta, variante dominante?

Dalle informazioni a disposizione in questo momento sembra proprio che la variante Delta sia destinata a diventare la variante dominante in Europa. Come conferma anche un report presentato al parlamento olandese, Delta è più contagiosa di Alfa, tra il 50 e il 60% in più, e, ha commentato Walter Ricciardi a Adnkronos, dovremmo aspettarci che diventi “totalizzante anche in Italia in autunno. Per questo dovremmo accelerare ulteriormente la campagna vaccinale. I timori che i vaccini attuali non proteggano nei confronti della variante Delta non sono confermati: uno studio su Lancet sostiene che il vaccino Pfizer abbia un’efficacia del 79% (contro il 92% per la variante Alfa), mentre quello AstraZeneca sarebbe efficace al 60% (contro il 73% per l’Alfa).

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Un nuovo focolaio di variante Delta del coronavirus tra Cremona e Piacenza, e l’Italia messa dal Financial Times al quinto posto tra i Paesi in cui questa versione del virus sta circolando di più. Ecco la situazione
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