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(foto: ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Una nuova circolare del Viminale fornisce delle nuove precisazioni sulla fase dei controlli che dovranno essere effettuati sul green pass. Firmata da Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministero, la circolare mette nero su bianco che i controlli ci saranno nelle città, nei luoghi della movida e nelle località turistiche e che i trasgressori incorreranno in sanzioni. Esistono 3 tipi di green pass: certificazione di guarigione, certificazione di ricezione prima dose e certificazione di conclusione del ciclo vaccinale.

Il certificato di guarigione ha validità dalla data del primo tampone negativo post malattia o dalla data di guarigione segnalata dal proprio medico curante. Questa certificazione ha una validità di 180 giorni. Il certificato di ricezione della prima dose è valido a partire dal 15esimo giorno dopo la prima vaccinazione eseguita con Pfizer, Moderna e Astrazeneca e ha una durata di 6 mesi. Il certificato di conclusione del ciclo vaccinale si ottiene effettuando le due somministrazioni previste dai vaccini Astrazeneca, Moderna e Pfizer oppure con la singola somministrazione di J&J. Lo stesso Green Pass viene rilasciato anche ai pazienti che hanno contratto Covid-19 entro i 12 mesi che precedono la prima somministrazione e per cui i medici vaccinatori hanno ritenuto sufficiente una singola somministrazione.

Chi controlla i green pass, e quali sanzioni si rischiano?

I gestori dei locali pubblici, secondo le recenti disposizioni, hanno l’obbligo di richiedere la certificazione verde – di guarigione, recezione prima o seconda dose – ai clienti e, secondo quanto riportato sulla circolare, potranno anche chiedere i documenti d’identità solo in caso di “palese violazione”. Verificare l’identità del possessore del Green Pass rimane a discrezione dell’esercente ma diventa necessaria qualora “appaia la manifesta incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”. Nel caso fosse chiesto di esibire un documento d’identità, il cliente è tenuto a esibire quanto richiesto anche se di fronte non ha un pubblico ufficiale.

Per verificare la validità del Green Pass si utilizza un’app gratuita chiamata VerificaC19. L’app non memorizza le informazioni personali dei cittadini sul dispositivo verificatore ma indica solamente se il QR Code scansionato è in regola.

Per il cittadino sono previste delle multe che oscillano tra i 400 e i 1.000 euro, a cui si sommerà una denuncia per falso in caso l’identità non corrisponda alla certificazione verde.

Il gestore sarà punito se non chiederà ai clienti di esibire il Green Pass all’ingresso del locale. Non sarà però ritenuto responsabile della presentazione di green pass falsi, a meno che siano palesi le incongruenze della certificazione esibita e questa passi impunita. Anche in questo caso le multe oscillano tra i 400 e i 1.00 euro ma, in più, è anche prevista la chiusura dell’esercizio se la violazione recidiverà per tre volte.

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Chi deve controllare il green pass? Dove va mostrato? Che multe si rischiano? Quali certificazioni sono valide? L’ultima circolare del Viminale fa luce sui dubbi attorno alla certificazione verde
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