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Gli smartphone moderni appaiono obsoleti e poco performanti nel giro di un paio d’anni. Perché? Forse perché i brand di telefonia propongono ogni anno modelli sempre più tecnologici ed innovativi, facendo quindi sembrare “vecchi” i telefonini che hanno pochi mesi di vita.

Non si tratta però solo di una percezione dettata magari dal consumismo sfrenato, ma i telefonini effettivamente dopo qualche anno si guastano o comunque non offrono più le prestazioni di un tempo. Possono usurarsi alcune componenti degli smartphone, a partire dalle batterie, che sono tra le prime componenti ad alzare bandiera bianca.

Tutto questo è dovuto all’obsolescenza programmata. Ne hai mai sentito parlare? Nei seguenti paragrafi analizziamo di cosa si tratta e quali misure adottare per preservare maggiormente le batterie degli smartphone e garantire loro una vita più lunga.

Cos’è l’obsolescenza programmata?

Oggi si parla molto di obsolescenza programmata, ma in realtà questo termine circolava già negli anni ’20. I principali produttori di lampadine a incandescenza si resero conto che, vendendo prodotti che duravano a lungo, paradossalmente non ne potevano vendere tanti. Si creò quindi una sorta di cartello dei produttori delle lampadine che si misero d’accordo per creare lampadine che si fulminassero entro un determinato arco di tempo. Si garantivano così un riciclo continuo di clienti costretti ad acquistare nuove lampadine in sostituzione di quelle fulminate.

Da qui nasce il termine obsolescenza programmata, ampiamente sdoganato anche nel settore dell’elettronica e dell’informatica. Gli smartphone, insieme a lavatrici, frigoriferi ed elettrodomestici sono tra gli articoli più soggetti ad “invecchiamento precoce”.

Perché le batterie degli smartphone durano così poco?

Spostiamo adesso l’attenzione sulle batterie degli smartphone che, come detto, sono tra i componenti ad usurarsi maggiormente e più velocemente. Sicuramente l’obsolescenza programmata ricopre un ruolo importante. Le case produttrici sfornano smartphone nuovi di zecca ogni anno e quindi, per venderli, producono articoli destinati ad invecchiare nel giro di qualche anno. Le batterie, quindi, non sono di eccelsa qualità o comunque sono realizzate per durare un tempo limitato.

Non possiamo però attribuire tutte le colpe all’obsolescenza programmata. I telefonini moderni infatti hanno molte più funzioni ed app che “mangiano” la batteria. Inoltre vengono utilizzati anche per fare foto e girare video, quindi la batteria viene sottoposta ad uno stress maggiore. Senza dimenticare che spesso si adottano comportamenti poco virtuosi, come impostare una luminosità troppo accesa o tenere attivo il wi-fi anche dove c’è poco campo, che tendono ad usurare ancora più velocemente la batteria.

Vengono quindi in nostro aiuto dispositivi come i power bank per cellulare, cioè batterie portatili che consentono di ricaricare gli smartphone in ogni momento.

L’evoluzione dei power bank

Sin dalla loro introduzione i power bank hanno rappresentato un’invenzione rivoluzionaria. Nel corso del tempo sono stati ulteriormente migliorati sia a livello di prestazioni che di ingombro.

Sono accessori di piccole dimensioni che si possono portare comodamente in tasca, in auto, nel marsupio o nella borsa. I telefonini non dovrebbero mai andare al di sotto del 20% di carica, o almeno non in modo continuativo. In caso contrario la batteria si usura più velocemente e fa fatica a caricarsi correttamente. In questi casi avere un power bank a portata di mano rappresenta una vera salvezza.

Oltre ad essere accessori comodi, sul mercato si possono trovare power bank personalizzabili che fanno la loro bella figura anche in termini di estetica e di design. Grazie a queste caratteristiche i power bank vengono utilizzati dalle aziende come gadget aziendali da regalare ai dipendenti o alle fiere.

Le aziende possono brandizzare i power bank, inserendo colori e loghi aziendali. Questi utili accessori si trasformano così in preziose pubblicità itineranti. Inoltre ne esistono di varie tipologie e materiali: dai power bank ecologici ai power bank in alluminio. C’è poi una vastissima scelta di colori, così da trasformare il power bank in un accessorio di design da abbinare al proprio outfit.

Quanto costa un power bank?

Qual è il prezzo di questi utili e simpatici accessori? Molto dipende dalla capacità del power bank e dalle dimensioni. Ci sono i modelli di base, che costano pochi euro, ed i modelli più tecnologici che possono costare fino a 15-20 euro. Si tratta comunque di prezzi accessibili a tutte le tasche e quindi ognuno, in base alle sue necessità, può spendere la cifra che vuole.

Chi ha bisogno di un power bank affidabile con una capacità standard, tipo da 2000 mAh, può tranquillamente optare per modelli che costano dai 2 ai 5 euro. Chi ha uno spirito “green” può invece virare sui modelli ecologici, per i quali è necessaria una maggiore attenzione in fase di produzione. I costi lievitano leggermente ma sono comunque piuttosto contenuti, in quanto si aggirano sugli 8-10 euro.

Per i power bank da 4000 mAh i prezzi arrivano fino a 10-12 euro. Per chi ha bisogno di una potenza super, come i modelli da 20000 mAh, i costi possono arrivare fino a 25-30 euro.

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