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Il rendering dell’impianto per la fusione nucleare di General Fusion (General Fusion)

Un impianto dimostrativo per sviluppare una tecnologia innovativa nella fusione nucleare, con l’obiettivo di pervenire a un’offerta commerciale nel giro di qualche anno: la compagnia canadese General Fusion ha annunciato la collaborazione con l’Autorità per l’energia atomica del Regno Unito (Ukaea). Fondata nel 2002, l’azienda di Vancouver annovera tra i suoi investitori anche Jeff Bezos sin dal 2011, e nell’ultimo round di finanziamento ha raccolto 100 milioni di dollari, anche con la partecipazione di Bezos Expeditions.

Il progetto elaborato con l’Ukaea costerà circa 400 milioni di dollari e servirà a ottimizzare la tecnologia magnetized target fusion, quella proprietaria di General Fusion è considerata tra le più avanzate. L’impianto avrà capacità pari al 70% a quelle di una struttura definitiva e sarà localizzato nel campus Ukaea di Culham, nell’Oxfordshire. La scelta sulla location è stata favorita anche da un sostegno economico da parte del governo britannico allo sviluppo del progetto. La ricerca sulla fusione nucleare è ancora a livello sperimentale e implica l’unione di atomi al contrario della fissione, che crea energia separandoli. È lo stesso procedimento che alimenta le reazioni solari e produce scorie radioattive molto inferiori, tuttavia è necessario trovare un equilibrio con l’input energetico richiesto.

General Fusion si servirà quindi della filiera britannica del nucleare per ottimizzare una fusione pratica ed economica, con l’obiettivo di arrivare alla costruzione di un impianto pilota commerciale. La costruzione dell’impianto proof-of-concept partirà nel 2022 e dovrebbe entrare in funzione a partire dal 2025, per testare la tecnologia magnetized target fusion, un approccio ibrido della tradizionale fusione magnetica e quella a confinamento inerziale del plasma. Un altro progetto simile è in corso nel sud della Francia, con un’ampia partecipazione internazionale: l’iniziativa Iter da 20 miliardi di dollari è stata tuttavia bloccata da alcuni ritardi che non permetterà l’entrata in funzione prima del 2035.

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La General Fusion intende realizzare una struttura dimostrativa nel Regno Unito, che ha stanziato fondi per sostenere l’iniziativa
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