Rielaborazione grafica: NASA/Johns Hopkins APLUn asteroide che minaccia di colpire la Terra: non si tratta solo di un cliché da film di fantascienza, ma una possibilità (seppur molto remota). Per questo esistono i programmi di difesa planetaria, come la missione Double Asteroid Redirection Test (Dart), diretta dalla Nasa e progettata per colpire e deviare la traiettoria di un asteroide nel caso, malauguratamente, dovesse minacciare il nostro pianeta. Dart è una sonda spaziale teleguidata che sarà lanciata da un razzo di SpaceX il 24 novembre, alle 8.20 ora italiana, a partire dalla base di lancio di Vandemberg, in California. L’obiettivo? Dimorphos, un asteroide con le dimensioni tipiche di quelli che potrebbero costituire una minaccia per la Terra. L’impatto è previsto per settembre 2022, quando, grazie anche a un satellite tutto italiano, gli scienziati studieranno questo tipo di difesa planetaria, nel caso dovesse mai essere necessaria in futuro.
Come si devia un asteroide?
Per difesa planetaria si intendono tutte le tecnologie e le competenze necessarie per studiare i potenziali impatti di asteroidi o comete contro la Terra. Scopo dei programmi di difesa planetaria è trovare e tenere traccia degli oggetti celesti vicini al nostro pianeta che rappresentano un rischio, caratterizzarne tutti i parametri possibili (dalla dimensione, alla dinamica di rotazione, alla composizione chimica), stimare la probabilità, le tempistiche e la gravità del potenziale impatto e trovare strategie per diminuire gli effetti. Non solo: nei programmi di difesa planetaria rientra anche la pianificazione e la progettazione di misure che colpiscano o possano deviare la traiettoria di oggetti in rotta di collisione con la Terra. Tra queste c’è la missione Dart.
In poche parole, si tratta di un test il cui obiettivo è verificare se un particolare tipo di tecnologia, detta impattore cinetico, può modificare la traiettoria di un asteroide, e quindi scongiurare un possibile impatto con la Terra: la missione Dart sarà la prima dimostrazione in assoluto dell’efficacia di questa tecnologia nello spazio. L’impattore cinetico consiste in una sonda spaziale la cui struttura principale è una scatola quasi cubica, che misura poco più di un metro per ogni dimensione. Oltre al cuore della struttura, Dart possiede due pannelli solari che, se completamente dispiegati, possono raggiungere una lunghezza di 8,5 metri.
La missione e l’obiettivo
La finestra temporale prevista per il lancio del veicolo spaziale inizierà il 24 novembre prossimo: Dart verrà lanciato nello spazio a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 dalla base aerea di Vandenberg, in California. L’obiettivo? Il corpo più piccolo dell’asteroide binario Didymos, Dimorphos. Mentre il corpo primario di Didymos ha un diametro di circa 780 metri, Dimorphos misura circa 160 metri, misura compatibile con quella degli asteroidi che potrebbero rappresentare la minaccia per la Terra. La navicella spaziale si schianterà contro Dimorphos a una velocità di circa 6,6 chilometri al secondo, con l’aiuto di una telecamera di bordo e di un sofisticato software di navigazione autonoma, mentre dalla Terra gli scienziati studieranno la traiettoria di Dimorphos prima e dopo la collisione.
È previsto che la sonda impatti l’asteroide alla fine di settembre 2022, quando Dimorphos si troverà entro 11 milioni di chilometri dalla Terra, consentendo l’osservazione anche da telescopi terrestri. I calcoli prevedono che Dart modificherà la velocità del corpo celeste di circa l’1%, e tanto dovrebbe bastare a indurre un cambiamento apprezzabile nella sua traiettoria. Ma le immagini dal nostro pianeta non sono abbastanza, c’è bisogno di informazioni direttamente dal luogo della missione.
Per questo, insieme all’impattore cinetico statunitense, c’è anche un pezzo di Italia: so chiama LiciaCube ed è il satellite compagno di Dart, che documenterà l’impatto e i suoi effetti direttamente sul posto. LiciaCube è un contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e costruito da Argotec, un’azienda di ingegneria areospaziale torinese.
Il test di difesa planetaria verso Dimorphos non è finito qui: alla fine del 2024, l’Agenzia spaziale europea (Esa) lancerà nello spazio la sonda spaziale Hera per documentare in maniera approfondita la missione Dart. Hera mapperà il cratere generatosi nell’impatto e misurerà la massa dell’asteroide, in modo da sapere con certezza in che misura saremo in grado di deviare un corpo celeste come Dimorphos, oltre a cercare preziose informazioni su come si è formato ed evoluto il nostro Sistema solare.
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A novembre la partenza della missione Dart, che dovrà sperimentare un sistema di difesa spaziale. Impatto previsto per settembre 2022 contro l’asteroide Dimorphos
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