(foto: Juraj Varga/Pixabay)
Affanno, febbre alta, gonfiore diffuso: questi alcuni dei sintomi della sindrome infiammatoria, non frequente ma piuttosto grave, che colpisce i bambini e gli adolescenti guariti da Covid-19, chiamata Mis-C (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children). Sebbene sia considerata principalmente a carico dei più giovani, i medici mettono in guardia sulla necessità di non escluderla dalla diagnosi negli adulti: un uomo di 60 anni, quattro settimane dopo essere risultato positivo all’infezione di Sars-Cov-2, è stato ricoverato in ospedale con una sintomatologia simile alla Mis-C. Il caso è stato descritto dai medici dell’Università di Calgary in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Canadian Medical Association Journal.
Mis-C, di cosa si tratta
Sappiamo già da tempo che gli effetti di Covid-19 non si riducono solo alla persistenza dell’infezione, ma possono perdurare anche una volta che si è guariti. I pazienti, infatti, possono presentare complicanze come tromboembolia venosa, malattie cardiovascolari, danno renale o epatico acuto, sintomi neurologici: ormai è nota la possibilità di soffrire di Long Covid, termine usato per racchiudere tutte le complicanze che si protraggono per molto tempo dopo aver contratto il virus ed esserne guariti. Bambini e adolescenti, in generale, sono meno colpiti, ma in alcuni casi, in seguito all’infezione da Sars-Cov-2, possono sviluppare una forma grave di infiammazione a carico di tutti gli organi, con caratteristiche simili alla malattia di Kawasaki (sindrome di origine sconosciuta che causa nei bambini vasculiti e infiammazioni d’organo anche gravi ): al 3 maggio 2021, a 3742 bambini negli Stati Uniti è stata diagnosticata la Mis-C. E per quanto riguarda gli adulti? Nell’ottobre 2020, il Cdc statunitense ha pubblicato una revisione in cui individuava 27 casi di adulti con sindrome infiammatoria multisistemica, indicandola con il nome Multisystem Inflammatory Syndrome in Adults (Mis-A). Fino a questo caso, i (pochi) pazienti diagnosticati con Mis-A erano adulti di età inferiore ai 50 anni.
Il caso clinico
Il paziente si è presentato al pronto soccorso con una serie di sintomi che perduravano da quasi una settimana: una prolungata mancanza di respiro, febbre superiore ai 40°C, grave affaticamento e ingrossamento dei linfonodi; inoltre presentava tipici segni infiammatori come eritema e congiuntivite. Quattro settimane prima era risultato positivo all’infezione da Sars-Cov-2, non aveva patologie pregresse e non si era sottoposto a vaccinazione. I test condotti dai clinici dopo il ricovero hanno rilevato anche un ingrossamento del cuore e un principio di edema polmonare. Il quadro clinico, considerata la recente guarigione dalla malattia di origine virale, ha immediatamente fatto allertare i medici. “Data la storia recente del paziente di infezione da Sars-Cov-2, febbri senza sintomi di localizzazione, alterazioni della mucosa orale, linfadenopatia cervicale, congiuntivite e alterazioni degli arti inferiori, abbiamo sospettato una sindrome infiammatoria post-Covid-19”, scrivono gli autori dell’articolo Genevieve Kerkerian e Stephen Vaughan. “La presentazione clinica era simile ai casi segnalati della sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini”.
La terapia
Il tempestivo intervento dei clinici in questa direzione ha consentito che il paziente si riprendesse completamente: i medici gli hanno somministrato dapprima acido acetilsalicilico e metilprednisolone, poi immunoglobuline per via endovenosa (farmaci a effetto immunomodulatorio). Il trattamento ha avuto i risultati sperati: dopo sole 24 ore dall’inizio della terapia, l’uomo ha riportato un notevole miglioramento dei sintomi infiammatori e dei parametri clinici generali, ed è stato dimesso a 5 giorni dal ricovero.
Sebbene in rari casi, quindi, anche gli adulti guariti da Covid-19 possono sviluppare una sindrome infiammatoria multisistemica, del tutto simile a quella di bambini e adolescenti. “Poiché continuiamo a imparare sulla Mis-A, è prudente non assumere alcuna limitazione di età quando si considera la diagnosi, come suggerisce il nostro caso”, concludono gli autori dell’articolo. Una tempestiva diagnosi vuol dire infatti, come nel caso del paziente canadese, un trattamento mirato e più efficace.
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I medici dell’Università di Calgary hanno riportato il caso clinico di un paziente di 60 anni che presentava sintomi del tutto simili alla Mis-C, sindrome infiammatoria rara che colpisce bambini e adolescenti guariti da Covid-19
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