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(foto: Tom Brenner/Getty Images)

Dopo 20 anni di presenza statunitense in Afghanistan, il presidente Joe Biden si è rivolto alla nazione con un discorso insolito nei toni e nei contenuti. Nel breve intervento Biden ha sostenuto con vigore la sua decisione di portare a compimento il ritiro delle truppe americane, enfatizzando come la tragica situazione attuale sia sorta, a suo dire, dal malinteso dell’obiettivo della guerra in Afghanistan, cioè sconfiggere il terrorismo. Inoltre, il commander-in-chief ha dichiarato che la sua scelta era tra una nuova escalation della presenza Usa nel conflitto afghano e la sua fine, anche se, ha ammesso, nessuno si aspettava un’avanzata talebana così rapida. Nemmeno gli States.

“La nostra missione in Afghanistan non è mai stata la costruzione di una nazione. Non avremmo mai dovuto provare a creare una democrazia unificata e centralizzata” sono state le prime parole del presidente “Il nostro unico interesse nazionale in Afghanistan resta quello che è sempre stato: prevenire un attacco terroristico alla patria”. Con poche parole, Biden ha ribaltato quella che è stata la narrazione storica degli Stati uniti rispetto al loro intervento in Medio Oriente. Il cosiddetto state-building – la costruzione di una nuova nazione dal profilo democratico – la missione democratizzatrice degli Stati uniti nel mondo sono state addirittura negate.

Biden ha quindi spostato il focus verso la sua idea di politica estera e dei modi per perseguire i suoi obiettivi. “Sono stato chiaro”, ha detto, “i diritti umani devono essere il centro della nostra politica estera. Ma il modo per farlo non è attraverso gli spiegamenti militari senza fine. È con la nostra diplomazia, la nostra economia e con il riunire il mondo attorno a noi. In questo modo Biden ha voluto tracciare una linea divisoria tra la sua strategia e quella adottata dai suoi predecessori, anche rispetto alla competizione globale con i più importanti attori internazionali. Sono infatti Cina e Russia, per il presidente statunitense, quelli che “non vorrebbero altro che gli Stati Uniti continuassero a incanalare miliardi di dollari di risorse e attenzione” per stabilizzare zone come l’Afghanistan a tempo indeterminato.

Affrontando le cause della rapida vittoria dei fondamentalisti talebani, Biden ha puntato il dito contro l’ex governo afghano, accusandoli di essersi arresi, di essere fuggiti, e contro l’esercito che “è crollato, a volte senza combattere”. Per il presidente inoltre “rimanere e combattere indefinitamente in un conflitto, raddoppiare una guerra civile in un paese straniero, non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti”.

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Per il presidente statunitense Kabul è caduta perché nemmeno il suo esercito voleva combattere per difenderla, e ha rivendicato la sua decisione di non farlo fare agli americani. Secondo Biden, il nation-building in Afghanistan non è mai esistito
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