Tempo libero, reddito dei cittadini ed educazione sono solo alcuni dei motivi che hanno premiato Aosta per la sua qualità di vita, la nona città in tutta Italia. Anche l’economia gioca un ruolo fondamentale nell’eccellenza della regione, una delle poche italiane che continua a crescere nonostante la crisi nazionale ed internazionale.
Secondo i dati Istat del 2021, il prodotto interno lordo regionale ammonta a 4700 milioni di euro con oltre il 78% del lavoro aggiunto che deriva dalle industrie dei servizi, seguito dal settore primario. Rispetto al 2021, questi valori sono cresciuti di oltre il 5%. Insomma, l’economia valdostana dà segni positivi. Tanto che anche la disoccupazione è diminuita. Il tasso di occupazione regionale è arrivato al 72,4%, con solo il 4,1% della popolazione che cerca attivamente un lavoro. Bolzano è la provincia con i numeri migliori, arrivando ad avere il secondo miglior valore d’Italia.
Tra i settori fondamentali per l’economia della Valle d’Aosta ci sono la comunicazione ed il settore delle costruzioni che continuano ad usare strumenti come le viti autoforanti e i software gestionali efficienti, veloci e redditizi. Ma, probabilmente ancora più importante è il settore del turismo.
Con la stagione invernale ormai alle porte, la Valle d’Aosta si prepara ad ospitare sciatori, amanti della neve, del relax nelle SPA, dei mercatini di Natale e dei presepi. Però, la chiave per il futuro di questa industria è una parola sola: destagionalizzazione. Invece di affollare sempre le stesse destinazioni durante le tipiche stagioni valdostane, il concetto di destagionalizzazione invita i viaggiatori a scoprire luoghi incontaminati, lontani dalla folla e durante tutto l’anno.
Una delle iniziative più recenti che dimostra questi trend in regione è quella intrapresa dai comuni di Ollomont e Valpelline nel comprensorio del Mont-Velan in collaborazione con la vicina Svizzera.
Questa iniziativa fa parte del progetto MiMo – Mines de Montagne e si ripromette di valorizzare le antiche miniere a nord di Aosta con un’apertura per i visitatori prevista per maggio 2024. Con interventi su 250 metri di gallerie dismesse, il comprensorio vuole promuovere un territorio ricco di storia unendolo al turismo moderno, anche con la creazione di un parco avventura per i più giovani. Gli obiettivi di questo progetto vanno oltre la promozione turistica.
Infatti, il programma Interreg italo-svizzero si ripromette anche di innovare il territorio, sviluppare la ricerca, prevenire i rischi, la riduzione dell’inquinamento ed il turismo sostenibile. Un primo passo verso questi obiettivi è già stato fatto con l’app ECO MOB, che permette ai viaggiatori di scoprire il territorio del Monte Bianco a bordo di veicoli elettrici.
Parlando di tecnologia, i rifugi e i bivacchi high-tech della Valle d’Aosta continuano a fare notizia nel resto d’Italia. Anche questi sono il vanto del territorio, moderni ed attenti all’ambiente.
Come il bivacco Camardella sul ghiacciaio Ruitor a 3360 metri d’altezza. Si tratta di una struttura di 9 metri quadrati dotata di pannelli solari, batteria di accumulo, materassi in ecopelle e la connessione dati e voce. Fatto in acciaio rivestito in lamiera coibentata, il bivacco include un pavimento riscaldato e una stazione meteo con telecamere a 360 gradi. La struttura non è l’unica cosa ad essere tech. Infatti, la costruzione del bivacco è stata possibile grazia al crowdfunding, cioè alla raccolta di fondi online.
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