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Un team di ingegneri della Boston University sta sperimentando un modo alternativo di impiegare l’antica forma d’arte giapponese di ritagliare la carta (cugina dell’arte di piegare la carta degli origami) per sviluppare strutture con una precisa funzione. In particolare, quella dell’afferrare oggetti, come vere e proprie pinze capaci di modulare la forza in base alla fragilità dell’oggetto da sollevare, un tema ricorrente oggi nel campo della robotica.

La tecnica messa in campo prende il nome di kirigami, una sorta di origami con le forbici dove anziché puntare tutto sulle pieghe dei foglietti di carta (o altri materiali) giocano un ruolo anche i tagli, che consentono di realizzare strutture 3D anche di grande complessità. In un paper appena pubblicato su Science Robotics, ma anche in questo video, gli scienziati a capo del progetto ci mostrano tutte le pinze ottenute finora, alcune delle quali abbastanza grandi da poter afferrare una bottiglia d’acqua, altre così piccole da poter raccogliere un granello di sabbia.

(Credit video: Devin Hahn e Aaron Hwang/Boston University)

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L’antica arte giapponese di ripiegare e tagliare la carta consente di sviluppare pinze molto sofisticate, per afferrare oggetti fragili e anche piccolissimi
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