0 00 7 minuti 3 anni 31

(Photo by Stephanie Keith/Getty Images)

A quasi sei mesi di distanza, l’attacco al Campidoglio da parte dei sostenitori dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sembra ormai un brutto ricordo. Specialmente per i Repubblicani, che la scorsa settimana hanno prontamente bloccato la formazione di una Commissione d’inchiesta indipendente sui fatti dei 6 gennaio scorso per proteggere l’immagine del partito. Tuttavia, nonostante gli arresti e le prese di posizione dei social network mainstream, i movimenti complottisti continuano a raccogliere consensi e partecipare alla vita pubblica statunitense: uno su tutti, QAnon.

Secondo l’ultimo sondaggio del Public religion research institute and the interfaith youth core (Prri), attualmente circa 30 milioni di americani pensano che le teorie di Q siano in parte se non totalmente fondate. Realizzata a marzo, l’inchiesta misura il tasso di adesione degli intervistati a tre principi del movimento: il 15% sostiene che la politica, i media e il sistema finanziario nel Paese siano controllati da un gruppo di satanisti pedofili, mentre il 20% che “una tempesta” arriverà presto a rovesciare le élite al potere. Infine, un altro 15% è convinto che “i veri patrioti americani” potrebbero dover usare la violenza per “salvare la nazione“. “Se QAnon fosse una religione, ora avrebbe gli stessi fedeli che conta la comunità protestante tra gli americani bianchi”, spiega Robby Jones, fondatore del Prri in un’intervista al New York Times.

Organizzazione su Telegram

Una religione senza profeti, dato che QAnon non dà sue notizie da gennaio e Trump è diventato il paria dei social media, bloccato per sempre da Twitter e Snapchat e sospeso a tempo indefinito da Facebook e Instagram. Una mancanza che ha iniziato a farsi sentire, soprattutto per un movimento che ha sempre goduto della più o meno nascosta simpatia dell’ex presidente, che in più occasioni ha preferito non distanziarsi da QAnon giustificandosi dietro la presunta lotta alla pedofilia portata avanti dai suoi seguaci, oltre al loro dichiarato amore per la patria. A questo vuoto di potere hanno prontamente risposto una schiera di nuovi personaggi diventati in pochissimo tempo dei veri e propri QAnon influencer su una delle nuove piattaforme preferite dal movimento: Telegram.

Non c’è niente e nessuno a ostacolarti su Telegram, come invece succede su altre grandi piattaforme. Nessuna moderazione, nessuna contro-narrazione o voce alternativa”, afferma Marc-André Argentino, ricercatore alla Concordia University specializzato in movimenti di estrema destra, per spiegare l’improvvisa storia d’amore tra Telegram e QAnon. In cima alla classifica delle personalità più seguite, Lin Wood, avvocato cospirazionista e fedelissimo di Trump con un canale da 830mila follower e GhostEzra, un profilo anonimo che conta circa 330mila seguaci e che ha recentemente preso una piega fortemente antisemita. In fondo al podio, “We are the media”, il canale creato da un gruppo di altri conosciuti QAnon influencer, con circa 200mila iscritti.

Cambio di direzione

La sconfitta di Trump non avrebbe quindi decimato il movimento, anzi: ne avrebbe solo ridefinito le priorità e la direzione, senza danneggiare la sua diffusione. “Hanno saputo adattarsi ai cambiamenti all’interno del dibattito pubblico, che ha messo da parte Trump per concentrarsi all’accelerazione della campagna vaccinale”, spiega Devin Burghart, direttore dell’Institute for research and education on human rights di Seattle, a proposito dei sostenitori della teoria.

Negli ultimi mesi molti seguaci di QAnon sono passati da voler fermare il “furto” (“Stop the steal”, in riferimento alla presunta vittoria rubata del presidente Joe Biden alle elezioni) a voler fermare la campagna vaccinale, organizzando manifestazioni e conferenze contro l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale. Sul web, l’arma migliore del movimento resta il Vaccine adverse event reporting system, il sito dove il governo registra il rapporto tra numero di morti e dosi amministrate alla popolazione: statistiche che sarebbero destinate ai membri della comunità scientifica che vengono invece usate per diffondere disinformazione e scetticismo. A partire dal lessico: per i membri del movimento, “vaccino” è diventato sinonimo di “pozione” o di “arma biologica”.

E mentre gli esperti si chiedono quale sarà il prossimo bersaglio dei complottisti una volta che i vaccini abbiano dato i loro risultati sulla popolazione, QAnon continua a farsi strada nella vita politica del Paese, partendo dal basso. “Mi chiedo quando riusciremo a capire davvero cosa è appena successo davanti ai nostri occhi e a muoverci a livello locale”, scriveva un utente sulla bacheca di QAnon a gennaio. Un altro incitava i membri del movimento a non limitarsi a presidiare semplicemente consigli scolastici e comunali ma a “farsi strada all’interno degli enti locali”. Secondo un’inchiesta del Time, sarebbe impossibile definire con precisione il numero di seguaci di QAnon che hanno risposto alla chiamata, con qualche clamorosa eccezione.

Una di queste è Katie Williams, eletta come membro del consiglio scolastico di Clark County, una contea nel Nevada dove vivono più di 300mila bambini. #Qatie, come viene soprannominata dai detrattori, non nasconde le sue posizioni politiche sui social, arrivando anche ad attaccare direttamente importanti esponenti del Partito democratico. “Vuole diventare la prossima Marjorie Taylor Greene”, spiega una delle mamme della contea, riferendosi alla sostenitrice di QAnon eletta al Congresso lo scorso novembre. E un consiglio scolastico potrebbe essere il giusto trampolino di lancio.

Spostando l’attenzione su nuovi obiettivi, il movimento è riuscito a superare la palese infondatezza delle sue profezie. QAnon è entrato quindi in una fase diversa del suo percorso, ma non per questo meno insidiosa: una fase in cui la mancata realizzazione delle profezie è un dettaglio sempre più marginale rispetto alla fede in Q (o in chi ne fa le veci).

 

The post Che fine ha fatto QAnon? appeared first on Wired.

Nonostante la sconfitta di Trump, il più grande movimento complottista degli Stati Uniti è vivo e vegeto e si sta riorganizzando con nuovi obiettivi e nuove forme di mobilitazione
The post Che fine ha fatto QAnon? appeared first on Wired.
Wired (Read More)

Dicci la tua, scrivi il tuo commento: