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Sono oltre 3,3 milioni gli italiani in dodici mesi gli utenti che hanno subito una truffa nell’ambito della telefonia mobile o fissa, con un danno economico complessivo di quasi 400 milioni di euro. A rivelarlo è l’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat in occasione del lancio della nuova sezione di podcast sulla sicurezza (https://www.facile.it/podcast.html) realizzata dal comparatore.

Dall’analisi è emerso come la telefonia, considerando quella sia fissa sia mobile, sia l’ambito di spesa dove gli italiani cadono in trappola con maggior frequenza. Il 7,7% del campione ha ammesso di essere stato truffato. Se si guarda alle singole voci, invece, la telefonia mobile risulta maggiormente colpita di quella fissa (5,2% vs 4,1%).

Continuando a scorrere la classifica delle aree maggiormente prese di mira e analizzate dallo studio si posizionano le utenze luce e gas (7,1%) e le carte elettroniche (6,5%); le polizze Rc auto e moto, invece, sebbene siano considerate spesso tra le più ambite dai malfattori, sono gli ambiti dove, in percentuale, gli italiani sono caduti in trappola meno frequentemente (1,4%).

I danni economici subiti

Se per la telefonia gli italiani hanno perso complessivamente quasi 400 milioni di euro, l’analisi ha messo in evidenza come il danno medio per ogni truffato sia stato di 119 euro. L’importo varia a seconda della voce di spesa familiare analizzata, raggiungendo il valore più alto per le truffe legate ai prestiti personali, dove chi è caduto in trappola ha perso, sempre in media, 1.490 euro.

I canali più usati dai malfattori

Facendo una distinzione tra telefonia mobile e fissa, l’indagine ha anche analizzato gli strumenti attraverso cui vengono portate a termine le frodi. In entrambi i casi i canali più usati dai malfattori sono stati le email e i finti call center; per quanto la telefonia mobile, quasi 1 truffa su 2 (42,5%) è passata tramite un’email, percentuale che scende leggermente nel caso della telefonia fissa (37,4%), mentre i finti call center hanno riguardato il 33,1% delle frodi in ambito mobile e ben il 39,4% di quelle legate alla rete fissa.

Quasi 5 su 10 non denunciano

Come si comportano i truffati dopo aver subito una frode legata alla telefonia? Il 47,5% di chi è caduto in trappola ha deciso di non denunciare; il valore risulta più alto rispetto alla media rilevata nelle altre voci di spesa familiare oggetto di indagine.

Per quali motivi non si denuncia? Fra coloro che hanno deciso di non sporgere denuncia, il 36,1% ha detto di non averlo fatto perché il danno economico era basso, mentre il 25,2% perché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso.

Per il 15,9% dei truffati che non hanno sporto denuncia, invece, vi è una ragione di natura psicologica: hanno deciso di non denunciare perché “si sentivano ingenui per esserci cascati”. Il 13,5%, ancora, non lo ha fatto per paura che ne venissero a conoscenza i familiari.

«Molto spesso vale un principio di rispettabilità e difesa della propria reputazione di esseri “intelligenti e mediamente furbi da non farsi truffare dagli impostori», spiega il prof. Gianluca Castelnuovo, ordinario di psicologia clinica alla Cattolica di Milano e all’IRCCS Istituto Auxologico Italiano «Se può essere condivisa la notizia di un furto a casa, fatto per cui ci sentiamo più passivi nell’aver subito un torto, è difficile confessare a qualcuno di essere stati truffati avendo detto un “sì” a un malfattore. Scattano meccanismi di vergogna e di difesa dell’autostima, ciò favorisce, anche nel caso di cifre importanti, la tendenza a non denunciare.».

Telefonia: l’identikit di chi è caduto in trappola

In ambito telefonico, le vittime predilette sono soprattutto gli uomini (9,7% rispetto al 5,7% del campione femminile) e, a dispetto di quanto si possa pensare, i rispondenti con un titolo di studio universitario (11% rispetto al 5,7% rilevato tra i non laureati).

Scomponendo il campione emerge che nel caso della telefonia fissa sono caduti vittima con maggior frequenza gli appartenenti alla fascia anagrafica 45-54 anni (60%), mentre nel caso di quella mobile l’età media delle vittime si abbassa; il 58,6% dei frodati aveva tra i 35 e i 44 anni.

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